1949 - Nasce il Comune di San Vincenzo

La nostra autonomia

I primi fermenti autonomisti dei Sanvincenzini nei confronti del Comune di Campiglia Marittima ebbero inizio già negli anni a cavallo tra l’800 ed il ‘900, e nel novembre del 1926 fu costituito il Comitato Pro – San Vincenzo, di cui fecero parte eminenti personalità cittadine come il maestro Bianchi, il professor Benvenuti, Paolo Morghen, Narciso Vincitori, Emilio Corti.
Uno dei punti strategici del Comitato fu il riconoscimento di San Vincenzo come stazione di cura e soggiorno.

Qualche timido segnale apparse anche nel periodo fascista, quando fu definito il nuovo confine del Comune di Campiglia con una traslazione a Nord del confine stesso verso Castagneto Carducci, dal fosso delle Rozze al fosso dei Cipressetti. Ma è solo al termine della seconda guerra mondiale che i Sanvincenzini riproposero la questione, questa volta con grande determinazione e convinzione.
Fu il Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) ad esercitare pressioni sulla Prefettura di Livorno, richiedendo il 9 gennaio 1945 (con la guerra ancora in corso ed il fronte di combattimento fermo sulla Linea Gotica), di “riprendere in esame la questione della nostra autonomia comunale”.

L’azione sinergica tra CLN e forze politiche locali portò ad un grosso fermento nell’opinione pubblica per il raggiungimento dell’autonomia, riuscendo a coinvolgere centinaia di cittadini, molti dei quali si presentarono il 3 febbraio 1946 con la cartella delle tasse al Cinema Teatro Verdi a firmare una petizione davanti al notaio Giannone di Piombino e contribuirono alle spese con una sottoscrizione.

Le forze politiche di maggioranza (PCI e PSI) portarono il dibattito nel Consiglio Comunale di Campiglia Marittima, ed i toni e le argomentazioni prodotte furono tali e talmente accesi che i sei rappresentanti eletti nella frazione di San Vincenzo arriverono a dimettersi in blocco, per far decadere la legittimità del Consiglio Comunale stesso.

Nel frattempo al CLN di San Vincenzo, che cessò la propria attività il 10 luglio 1946, si sostituì il Comitato Pro – San Vincenzo, che ebbe lo specifico compito di conseguire l’autonomia comunale.
Del comitato facevano parte Osvaldo Mischi, che sarà il primo sindaco di San Vincenzo, Amedeo Santini, il parroco Don Ivon Martelli, il maestro Guidobaldo Sabatini e l’onorevole Leonetto Amadei, deputato socialista dell’Assemblea Costituente. Importanti azioni di “pressione” in ambiti politici romani furono effettuati proprio da Amadei e Don Martelli.

Il 3 giugno del 1949 il Presidente della Repubblica Luigi Einaudi ed il Ministro dell’Interno Mario Scelba firmarono il decreto con il quale la frazione di San Vincenzo fu costituita in comune autonomo. Il Prefetto nominò un commissario prefettizio che assume le funzioni di capo dell’amministrazione ed il nuovo segretario comunale dott. Giovanni Venanti.

Note e curiosità

Gli uffici comunali erano collocati in via Vittorio Emanuele II, al 1° e 2° piano, in quattro stanze di propietà della signora Vittoria Benevenuti. A queste furono aggiunte una stanza di proprietà di Tertulliano Pretoni, già sede del Partito Repubblicano Italiano ed una di proprietà Fancelli.

Il numero telefonico era il 6325 della Società Telefonica Tirrena.

Il 30 maggio 1953 fu concesso il Gonfalone e lo stemma

Le elezioni comunali:

10 giugno 1951
27 maggio 1956
6 novembre 1960
22 novembre 1964
7 giugno 1970
15 giugno 1975
8 giugno 1980
12 maggio 1985
6 maggio 1990
23 aprile 1995
13 giugno 1999

fonte: 1949- 1999 cinquant'anni di San Vincenzo
a cura di Gianfranco Benedettini

Alcuni membri del consiglio comunale eletto il 10 giugno 1951
Alcuni membri del consiglio comunale eletto il 10 giugno 1951

L'Onorevole Leonetto Amadei e Don Ivon Martelli, due dei protagonisti della nascita del Comune
L'Onorevole Leonetto Amadei e Don Ivon Martelli, due dei protagonisti della nascita del Comune